venerdì 29 ottobre 2010

Recensione film Basilicata coast to coast

Basilicata coast to coast
Di Rocco Papaleo (2010)

“La Basilicata esiste, è un po' come il concetto di Dio, ci credi o non ci credi”: così descrive la sua terra Nicola, il personaggio interpretato da Rocco Papaleo, in questa pellicola in veste di attore/regista. In effetti, non me ne vogliano gli amici lucani, la Basilicata, delle regioni italiane, è uno di quelle meno note e famose, quasi un mondo misterioso fra le più celebri Puglia e Calabria. Papaleo, in questa commedia on the road, ci porta a scoprire le bellezze di questo pezzo di terra italica, suo luogo d’origine.

Data la poca conoscenza della regione in questione, molti, compreso il vostro umile sottoscritto, si sono stupiti nello scoprire che la Basilicata è bagnata sia dallo Ionio che dal Tirreno, anche se solamente per una striscia di 30 km. Qui si trova Maratea, e da qui inizia la pellicola. Nicola (Papaleo) è un professore di liceo con la passione per la musica, e, assieme alla sua piccola band, decide di partecipare al festival musicale “Scanzonissima”, che si tiene a Scanzano Ionico. Il gruppo è formato dal chitarrista Salvatore (Paolo Briguglia), il suo quasi famoso cugino Rocco (Alessandro Gassman), chiamato solo perché, appunto, ha partecipato a qualche programma televisivo e il contrabbassista Franco (Max Gazzè), che parla solo a gesti.
Nicola decide di rendere più interessante il viaggio raggiungendo Scanzano a piedi, fermandosi nei paesini lungo la strada e provando i propri pezzi durante il tragitto; per documentare questa coast to coast, si unisce a loro la svogliata giornalista Tropea (Giovanna Mezzogiorno).

I quattro, accompagnati da un carretto, si incamminano per gli impervi sentieri delle montagne lucane e, in ogni borgo, incontrano persone e tradizioni diverse, il tutto accompagnato dalla musica delle loro canzoni. Fanno così la conoscenza di Maria Teresa, una ragazza di un paese dove si dice che vivano le donne più belle di tutta la Basilicata: per questo motivo qui è stato inventato il “ballo a tre”, data la sovrabbondanza di sesso maschile. La giovane donna, che scopriamo prossima al matrimonio, accompagnerà per un certo tratto il gruppo, facendo scoprire a Rocco e Salvatore cosa si intende per “ballo a tre”, non solamente riguardo alla danza. Ma la Basilicata è anche il paese dei briganti e i nostri non sfuggiranno ad una “aggressione” del fratello di Maria Teresa, deciso a riportarla a casa, in veste di capo brigante a cavallo, munito,però, di casco.

Il cammino, iniziato come una trovata pubblicitaria, diventerà un vero e proprio percorso di vita, per scoprire non solo le bellezze del paesaggio lucano, ma anche sé stessi. Alla fine arrivare a Scanzano non sarà solo raggiungere un festival musicale, ma qualcosa di più profondo e importante.

Questo film, forse passato troppo in sordina, è veramente di ottima fattura. Eccellenti sono, infatti, le prove dei vari attori, che variano dal drammatico al comico, sempre mantenendo un livello di recitazione altissimo. Papaleo porta lo spettatore in un viaggio fra le tradizioni e i panorami della sua terra, senza mai cadere nello stereotipo o nel banale, e, al tempo stesso, facendolo ridere di gusto. Ottime anche le musiche, suonate quasi sempre dal gruppo, estremamente varie e coinvolgenti, con l’importante contributo di quel grande bassista che è Max Gazzè. Dispiace solo che ottime pellicole italiane come questa, spesso passino in secondo piano rispetto a filmacci di quart’ordine, spacciati per capolavori di comicità. Insomma se non avevate idea che la Basilicata avesse due coste e volete farci un viaggio, ridendo e ascoltando buona musica, questo è il film che fa per voi. Se siete lucani, probabilmente avrete dei retaggi briganteschi e starete già per farmi un’imboscata sotto casa. Viva la Basilicata!

Voto: 8/10
Voto Trash: 2/10

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