lunedì 25 ottobre 2010

Recensione film La Horde

La Horde
Di Yannick Dahan e Benjamin Rocher (2009)

A chi non piacciono gli zombi? Dall’ormai storico “La notte dei morti viventi” del maestro Romero, si sono susseguiti una serie pressoché infinita di film i cui protagonisti sono i cari vecchi morti viventi. Il genere è stato riportato in auge dal remake de “L’alba dei morti viventi” di Zack Snyder, che ha trasformato degli esseri sbavanti dal passo strascicato in belve assetate di sangue. Il passaggio dal non morto inarrestabile, ma lento e stupido, in zombi feroce, in grado di correre verso il primo malcapitato ha dato una grossissima svolta a tutte le pellicole di questo tipo. Anche “La horde” non sfugge a questo schema, pur avendo diversi punti interessanti, che lo differenziano dal classico film di apocalisse zombi.

Il film si apre con un cadavere in una discarica; al funerale del morto in questione scopriamo che si tratta di un poliziotto e i restanti membri della sua squadra non si danno pace per ciò che è successo. Deciso a farsi giustizia da solo, il gruppo si dirige nottetempo dai criminali responsabili dell’omicidio, che si trovano in cima ad un palazzone semi abbandonato alla periferia di Parigi. Il piano dei poliziotti è semplice: fare un massacro per vendicare la morte dell’amico e tutto sembra filare liscio fino alla cima del casermone, quando il gruppo viene scoperto e catturato dai criminali, che nel frattempo stavo giusto ammazzando un informatore. Convinto che i poliziotti non siano soli, il boss della gang, “un cazzo di nigeriano” per sua stessa ammissione, li invita con metodi non propriamente ortodossi a parlare. Ma dal nulla, dal bagno dove si trova il cadavere dell’informatore ucciso di fresco, iniziano ad arrivare dei rumori e, aperta la porta, ecco uscire un non morto desideroso di carne umana. Dopo aver smembrato due sfortunati sgherri, per cui vale la regola aurea del fil horror “cinese muore prima di nero”, il mostro viene riempito di piombo con finale di fucilata in faccia, per chiudere in bellezza. Criminali e sbirri superstiti corrono sulla cima del palazzo solo per vedere l’apocalisse che si è scatenata sulla capitale e, come ciliegina sulla torta, il palazzo circondato dall’orda di zombi del titolo.
Costretti ad un’improbabile alleanza, i sopravvissuti decidono di scendere le scale per tentare di fuggire, ma in corridoio un criminale, “lo zingaro”, viene morso ad una gamba e l’unica poliziotta, assieme a un compagno ferito, vengono separati dal resto del gruppo. Lo sbirro rimasto con lo “zingaro”, il boss e suo fratello scendono ancora e trovano un vecchio panzone armato di ascia, convinto di essere tornato in Vietnam tanto da chiamare gli zombi “i gialli”, che li ospita nel suo appartamento. Qui la strana compagnia può riprendere fiato, nonostante la premura del vecchio, che, non appena vede il morso sulla gamba, vorrebbe tagliarla al volo, e, al rifiuto del proprietario, quasi si offende, creando un siparietto comico divertentissimo. Nel frattempo la donna, che scopriamo essere l’amante incinta del collega morto, si accorge del morso dell’amico ferito e, determinata a portare a termine il piano iniziale a tutti costi, tenta di ucciderlo, ma questi riesce a scappare.

Gli altri, dopo aver pippato discreta cocaina per darsi la carica, escono dall’appartamento e malmenano una zombi, tanto da sembrare loro stessi più mostri di lei. Il boss riporta il fratello alla ragione facendogli una sonora cazziata, attirandosi il malcontento di quest’ultimo. Lo sbirro ferito riesce a ritrovare il resto del gruppo, ma non fa in tempo a fiatare che viene freddato dalla poliziotta: la lite che segue finisce con il fratello del boss, stanco di una vita di soprusi, che si allea con lo “zingaro”, rubando le armi a tutti, e scappando con l’ascensore. Il gruppo rimanente, completamente disarmato, corre al piano terra per recuperare un po’ di potenza di fuoco dall’appartamento del portiere, un fanatico di armi. Davanti alla porta d’entrata l’orda preme per entrare e i nostri fanno appena in tempo a trafugare diversi mitraglioni, prima che i non morti riescano a sfondare le porte. Rifugiatisi nel garage il boss trova il fratello, o ciò che ne rimane, che fa da cena allo “zingaro”, ormai zombizzato e ,dopo averlo riempito di pallettoni, gli sfonda il cranio contro una colonna, facendo valere il fatto di essere “un cazzo di nigeriano”.

L’unica via di fuga è attraverso la cantina e lo sbirro, essendo stato morso nella fuga precedente, decide di sacrificarsi per guadagnare tempo. Da sopra il tetto di una macchina inizia a scaricare piombo sul mare di morti sottostante e, una volta finiti i proiettili, inizia a sfoltire la calca con un machete, per poi passare alle nude mani. Alla fine,però, viene inevitabilmente afferrato e fatto a pezzi. Gli ultimi tre superstiti si fanno largo attraverso gli stretti corridoi della cantina, con il vecchio che falcia zombi armato di un mitragliatore antiaereo. La porta verso la salvezza ovviamente è sbarrata e solo il sacrificio del pazzo reduce, che infila letteralmente in bocca ai non morti una granata, farà uscire boss e poliziotta all’esterno. È l’alba e i nostri stanno rifiatando, quando la sbirra, decisa a finire ciò che aveva iniziato in questa notte di sangue, punta la pistola alla nuca del boss e tira il grilletto. Il film si chiude con l’espressione orami disperata dell’unica sopravvissuta e un rumore crescente dell’orda in arrivo.

Come detto sopra, “La horde” non è il solito film di zombi: il disastro arriva come una tempesta, senza nessun preavviso e i protagonisti si comportano in maniera molto realistica, per quanto realistico possa essere un’apocalisse zombi. I nostri già dall’inizio del film sono armati di tutto punto, chi rimane indietro è lasciato a sé stesso e ognuno pensa al proprio tornaconto. A parte il sacrificio finale del poliziotto, non c’è il classico eroe di turno e tutta la pellicola è pervasa da grande amarezza e pessimismo. Forse, se il regista avesse osato qualcosa di più nel finale, adesso ci troveremmo davanti a un capolavoro. Ma, ciononostante, se vi piace l’horror e vi volete gustare un po’ di sana paranoia, “La horde” è il film che fa al caso vostro.

Voto: 7,5/10
Voto Trash: 1/10

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