lunedì 25 ottobre 2010

Recensione film Pandorum - L'universo parallelo

Pandorum - L’universo parallelo
Di Christian Alvart (2009)

Punto centrale di questo film, diretto dal tedesco Christian Alvart, è la paranoia e il vederci poco. Nel senso che il per la quasi totalità della pellicola l’azione si svolge nel buio o al massimo in penombra e ovviamente il tutto è condito dalle creature poco simpatiche che la abitano. Si inizia con il protagonista che si risveglia da quello che si scopre essere l’ipersonno, che ogni astronave omologata possiede. Piccola controindicazione: se rimanete in ibernazione per un discreto quantitativo di anni è facile che al vostro risveglio facciate fatica anche solo a ricordavi che numero di scarpe portate. Il buon caporale Bower, questo il nome che scopre essere suo il protagonista, dopo essersi prontamente vestito e sbarbato decide di risvegliare il proprio superiore, il tenente Payton, qui interpretato dal caro vecchio Dennis Quaid, per parlare con qualcuno che potrebbe saperne più di lui. Anche lui, però, fatica a capirci la benché minima cosa e i due decidono di andare al primo punto di comando per vedere almeno di accendere una luce. L’energia manca del tutto e scopriamo che l’astronave ha un sistema di riavvio dei computer che ricorda la manetta del finestrino di una Uno dell’87.

Il reattore nucleare che alimenta la nave è andato in tilt e Bower, causa grado inferiore, viene spedito in mezzo ai claustrofobici cunicoli per riavviarlo manualmente, mentre il tenente se ne sta in panciolle in cabina a indicargli la strada. Non si capisce mai perché chi progetta queste cose decida sempre di piazzare interruttori vitali nei punti più lontani e difficili da raggiungere (vedi Jurassik Park: il sistema si spegne qui, ma si riavvia a 20 km di distanza a fianco al recinto dei Raptor….). Bower vagando per i corridoi della nave fa la conoscenza in sequenza di: un sopravvissuto che spara a mitraglia una serie di frasi fatte (“siete quelli della squadra di soccorso?”, “ma allora non sapete niente..”, “dobbiamo andarcene da qui, ci prenderanno!”), un mostro umanoide bianchiccio e armato di una fiamma ossidrica, che ovviamente chiama alcuni amici e prontamente provvede a fare a pezzi la malcapitata comparsa, una donna misteriosa armata di coltello.

Da parte sua Payton scova in mezzo ai cavi un altro sopravvissuto, nudo e in evidente stato di pazzia. Questi, una volta ripresosi, dice di essere il caporale Gallo (??Gallo??) della squadra precedente e di essere stato costretto a uccidere il proprio equipaggio a causa di Pandorum, una sorta di paranoia che viene a chi sta troppo nello spazio, che li aveva infettati. Nel frattempo Bower viene salvato da un vietnamita picchiatore, che però non parla una parola di inglese,  ritrova il figone di turno, la tizia del coltello di prima, e il terzetto si nasconde nel laboratorio di lei. La donna, che ovviamente è una gnoccona imbarazzante, nonostante si nutra di cavallette, è una biologa incaricata di trasportare campioni di biosfera sul pianeta obbiettivo del viaggio, Tanis. La Terra è, come al solito, sovrappopolata e le risorse sono finite, per cui questa enorme nave viene spedita su il più vicino pianeta simile alla Terra per ripopolarlo. Peccato che nessuno sappia effettivamente a che punto del viaggio ci si trovi e la nave sia infestata dai mostri, che sono esseri umani mutati grazie ad un impianto genetico, che si sono adattati all’ambiente buio e agli istinti cannibaleschi. I tre, sulla via per il reattore, incontrano un altro folle, che gli racconta ciò che è successo: era giunto dalla Terra un messaggio che informava l’equipaggio di essere l’ultima speranza dell’umanità, in quanto la Terra si era volatilizzata per un non meglio specificato motivo. Uno dei tre ufficiali, resosi conto di poter fare ciò che voleva, uccide gli altri due per poter arrivare su Tanis e crearsi il proprio imperiuccio, e chi altri poteva essere se non il buon caporale Gallo? Il vecchio matto, però,non è proprio uno stinco di santo e, dopo aver drogato i nostri con un‘alga che cresce sui muri, li vorrebbe fare alla brace. Il bravo Bower allora decide di calare l’asso, rivelando che il reattore sta per collassare, con le ovvie pirotecniche conseguenze del caso, e manca qualcosa come tre quarti d’ora prima del botto. Ops, ma tu guarda.. Il pazzoide decide di redimersi e di dare una mano e i superstiti arrivano finalmente alla meta. Ma dove potevano avere la tana i mostracci della nave, se non SOTTO al reattore? Nel frattempo la situazione in sala macchine non è molto meglio, in quanto il caporale Gallo è fuori come un balcone e, una volta saputo che la nave sta per esplodere, comincia a perdere sangue dal naso tanto è matto, costringendo Payton a sigillarlo all’interno di una capsula per farlo stare zitto un minuto.

Nel mentre al reattore Bower riesce a raggiungere il quadro comandi per un pelo e a far ripartire la baracca con una facilità imbarazzante, svegliando, però, la mandria di mostri che partono all’inseguimento. Il tosto vietnamita, rendendosi conto di appartenere ad una minoranza etnica, decide prima di massacrare il boss dei mostri, per poi farsi uccidere in una maniera ridicola dal bambino di quest’ultimo, che gli taglia la gola.

Figone e protagonista corrono verso la sala comandi, dove Payton scopre di essere Gallo, che era solo la proiezione della sua mente bacata, e per la felicità ammazza il vecchio pazzoide. Quando i due arrivano Gallo/Payton/Dennis Quaid/il cattivone di turno è in pieno delirio di onnipotenza, i mostri sono alle porte, la ragazza grida e Bower giustamente sta uscendo fuori di testa per tutto questo casino. Si scopre, però, che la nave si trova sott’acqua e non nello spazio (già c’erano arrivati al pianeta, avevano solo sbagliato a parcheggiare) e il nostro eroe decide di far saltare il vetro, allagando la nave e attivando la procedura di espulsione delle capsule di emergenza. I nostri si salvano e riemergono in superficie assieme agli altri superstiti ancora ibernati, per iniziare prontamente a ripopolare il nuovo mondo.

Questo film può inizialmente sembrare il solito horror fantascientifico, ma la storia ha diversi spunti interessanti e la claustrofobia e la paranoia sono rese in maniera ottima. La svolta finale poi dà veramente una scossa alla trama. Un paio di buchi nella sceneggiatura sono i mostri, il cui motivo di nascita è un tantino forzato, e il motivo della sparizione della Terra, che sparisce dall’universo da un giorno a quell’altro. Altro punto dolente è la fotografia, dato che in molti punti c’è talmente poca luce che si capisce a stento quello che sta succedendo. 

Nel complesso, comunque, un film godibile, sicuramente non una pellicola da Oscar, ma se una sera non avete nulla da fare lo si può vedere a cuor leggero. Rimane un ultimo quesito: ma l’universo parallelo del sottotitolo italiano dove stava?

Voto: 6,5/10
Voto Trash: 5/10

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